Consulenza organizzativa
Un approccio sistemico alla tutela dei bambini
Una violazione non è mai un fatto privato, e se riguarda un minore è più che mai una responsabilità etica, oltre che legale, degli adulti in posizione fiduciaria non averlo saputo prevenire. Tutti gli adulti hanno la responsabilità, individuale e collettiva, di assicurare il pieno rispetto dei diritti di bambini, bambine e adolescenti e di garantire che i luoghi e i servizi da loro frequentati siano sicuri e protetti.
Attraverso percorsi personalizzati aiutiamo le organizzazioni e le istituzioni a sviluppare una cultura organizzativa che metta al centro i diritti dei minori costruendo politiche, processi e prassi interne volte alla tutela dei bambini.
1. Autovalutazione (Self-assessment)
Che cos'è l’autovalutazione?
Chiunque decida di intraprendere un percorso per la messa in sicurezza della propria organizzazione è fondamentale che si prenda un momento per fare un’auto analisi critica della propria capacità interna di tutelare i bambini, bambine e adolescenti che coinvolge nelle proprie attività. L’autovalutazione è il primo passo per capire, in termini di prassi e comportamenti individuali e organizzativi:
- cosa l’organizzazione stia già facendo, ovvero procedure e buone prassi già codificate e in essere;
- cosa non stia facendo e dovrebbe quindi iniziare a fare.
È importante un lavoro di analisi preventiva del punto di partenza dell’organizzazione rispetto agli strumenti o azioni di protezione presenti, anche se solo a livello informale (prassi, usi, condotte individuali, ecc.). Ad esempio, un’organizzazione, o parte di essa, potrebbe aver già sviluppato una procedura di segnalazione e gestione di sospetti abusi, ma non l’ha ancora adottata formalmente e non ha identificato dei ruoli-chiave per la gestione. Potrebbe, cioè, essersi dotata di comportamenti condivisi che si sono consolidati in una “prassi organizzativa”.
L’autovalutazione è uno strumento utile per gli organi apicali delle organizzazioni per rilevare se e come le misure di tutela sono presenti nella propria realtà, quale sia il livello di consapevolezza che l’organizzazione ha su questi temi, criticità e punti di forza, opportunità e passi da intraprendere per una reale tutela dei propri beneficiari minorenni.
Save the Children ha sviluppato uno strumento di autovalutazione basato su 10 standard di tutela applicabile e adattabile a tutte le organizzazioni e istituzioni che vogliano avere una maggior consapevolezza sullo stato dell’arte della propria realtà. Questo strumento permette anche la pianificazione e monitoraggio delle azioni necessarie per considerarsi un’organizzazione sicura onlife. Save the Children ha infatti sviluppato anche uno strumento di autovalutazione per la tutela nel mondo digitale e per la protezione di bambini online.
2. Sviluppo di una Child Safeguarding Policy
Tutte le organizzazioni che lavorano direttamente o indirettamente con bambini e bambine e adolescenti dovrebbero possedere una policy di child-safeguarding, in grado di minimizzare i rischi e rispondervi in modo adeguato. Il documento di policy è una dichiarazione di intenti che esprime il posizionamento e l'impegno dell’organizzazione a salvaguardare i minorenni coinvolti nelle attività che si realizzano da possibili abusi e violenze, e fornisce il quadro normativo, di principi e valori dell’organizzazione entro il quale vengono sviluppate le procedure.
Rende chiaro a tutti ciò che è necessario attuare a livello di interventi e procedure per garantire la tutela dei bambini e dei giovani. Aiuta a creare un ambiente di crescita sicuro e positivo per i minori, a contribuire alla loro salute e benessere, e a dimostrare che l'organizzazione sta prendendo sul serio il proprio dovere di cura.
Save the Children supporta le organizzazioni e propone percorsi individualizzati per costruire la Child Safeguarding Policy e il sistema di tutela necessario per la sua piena implementazione attraverso un approccio di analisi sistemico e partecipativo coinvolgendo gli organi dirigenziali e le diverse funzioni delle organizzazioni ma anche staff, volontari, famiglie e caregiver, bambini, bambine e adolescenti.
Com'è strutturato il percorso di consulenza per lo sviluppo della Policy?
Sebbene ogni percorso sia individualizzato, Save the Children ha sviluppato una metodologia composta che grazie a esposizioni teoriche partecipate e proposte laboratoriali, consente di costruire la policy di ogni organizzazione approfondendo l'utilizzo di:
- desk review, analisi dello stato dell'arte dell’organizzazione;
- introduzione agli standard del child-safeguarding;
- autovalutazione;
- analisi dei rischi;
- sviluppo del Codice di Condotta;
- procedure di segnalazione;
- formazione e informazione.
Una volta che la Policy di Child Safeguarding è stata stilata questa dovrà essere sottoscritta formalmente dal consiglio direttivo dell’organizzazione e diventare a tutti gli effetti uno dei documenti fondanti della stessa insieme ad altre policy e procedure organizzative già esistenti come il Codice Etico, il Modello 231 e altri.
3. Implementazione del Sistema di Tutela
Dotarsi di una child safeguarding policy non è di per sé sufficiente per garantire una reale ed efficace tutela di minori, se una policy non è vissuta nella quotidianità organizzativa rimane solo un documento scritto. Per questo Save the Children ha ideato un modello per l’implementazione della CSP e lo sviluppo del sistema di tutela (Child Safeguarding System).
Attraverso workshop partecipativi, tavoli di lavoro e formazioni on the job, Save the Children vi accompagnerà nell’applicazione del sistema di tutela con l’obiettivo di garantire che chiunque collabori a qualsiasi titolo con la vostra organizzazione, il personale e i suoi rappresentanti, il personale e i rappresentanti di organizzazioni partner, e i volontari:
- siano pienamente consapevoli dell’esistenza di rischi di abuso e sfruttamento sessuale a danno delle bambine, dei bambini e degli adolescenti;
- sappiano, coerentemente con il proprio ruolo, come minimizzare tali rischi nelle attività che propone loro;
- sappiano come rispondere ed agire in caso di preoccupazioni o sospetti abusi;
- rafforzino la propria capacità di aderire alla Child Safeguarding Policy.
Com'è strutturato il percorso (di consulenza) per lo sviluppo del Sistema di Tutela?
L’obiettivo principale di questo percorso è di poter mettere in grado le organizzazioni di individuare, per ogni processo organizzativo, le misure, gli strumenti e le procedure di Child Safeguarding migliori e più funzionali da incorporare nelle pratiche e processi già in essere nell’organizzazione o da costruire ex-novo.
La metodologia sviluppata da Save the Children permetterà in modo chiaro e funzionale di inserire le azioni identificate nel management dei processi e gestirle in modo sistematico e sostenibile nel tempo.
Alcuni esempi di best practices che si svilupperanno durante questo percorso riguarderanno:
- il reclutamento sicuro (Safe Recruitment): reclutare in modo sicuro staff e volontari;
- il Safe Programming: rendere sicure le singole attività a diretto contatto con minori (Safe Programming checklist di controllo e guida);
- creare la versione child-friendly della CSP e delle modalità di informative ai beneficiari (differenziate per età);
- individuare e creare dei dispositivi di segnalazione child-friendly sostenibili e diversificati per tipologia di attività/evento.
È fondamentale assicurare che il sistema di tutela sia adeguatamente monitorato e valutato al fine di assicurarne la compliance e accountability effettiva, identificando le eventuali azioni correttive necessarie (tempestive o a medio-lungo termine) e trarne delle lezioni per migliorarlo e renderlo sempre più efficace.